
Quando sfogliamo una rivista veniamo catturati da immagini e parole. Ciò avviene, sia perché la grandezza dei titoli e delle immagini è utilizzata per attirare l'attenzione (pensiamo a come testi e immagini assumono importanza nella comunicazioni pubblicitaria, nella promozione di un brand o nel packaging), sia perché si ricollegano al nostro background culturale e sociale, rievocando in noi sensazioni e ricordi.
La nostra educazione è influenzata da 3 fattori:
1) Dalla Famiglia: ognuno di noi nasce e cresce in una famiglia che ha principi e valori che ci trasmette fin dall'infanzia e che ci influenzeranno per tutta la vita.
2) Dalla Scuola: cresciamo, andiamo a scuola, studiamo e acquisiamo nuove conoscenze e valori che iniziano a formare il nostro carattere e le nostre idee.
3) Dalla Vita: infine, le esperienze della vita e le relazioni sociali, tra amicizie e affetti, ci formano dando ulteriori sfumature al nostro essere.
Questi tre fattori, uniti insieme nel tempo, determineranno i nostri pensieri e scelte.
Nel collage avviene una proiezione di tutto questo. Nello sfogliare le riviste veniamo catturati da alcune immagini e parole perché esse si ricollegano al nostro inconscio, emozioni, storie e vissuti. Quando scegliamo una figura, non lo facciamo a caso. Stiamo focalizzando l'attenzione su qualcosa che per noi ha importanza, la ritagliamo, creiamo una composizione sul foglio e insieme ad altri elementi, gli diamo una “nuova forma”. In breve, realizziamo, un nuovo contenuto per esprimerci in base alle nostre esigenze del momento.
Il processo creativo nei workshop di collage prevede 5 fasi: Ideazione, Ricerca, Creazione, Metabolizzazione e Dialogo. Attraverso questo procedimento raccontiamo chi siamo e concentriamo l'attenzione sui nostri principi, valori, sogni e desideri, su ciò che ci piace o ci interessa, tralasciando il superfluo. Solo successivamente, riguardando il nostro collage, possiamo comprenderlo, metabolizzando le nostre emozioni e gli stati d'animo espressi.
I miei workshop di collage sono stati progettati e pensati sulla base del mio lavoro, sia come artista che come educatrice non formale che utilizza la peer education come metodologia. L'educazione alla pari prevede, non una scala gerarchica nell'insegnamento, ma una trasmissione di informazioni tra "pari", ovvero tra persone di uno stesso gruppo, simili tra loro per status, per età o per problematiche sociali. Può essere utilizzata nelle scuole, università, circoli, luoghi di aggregazione giovanile, team building di lavoro o formazioni.
La Peer Education prevede di ascoltare, mediare e implementare le abilità delle singole persone, favorisce l'autostima, la comprensione dei bisogni e il superamento degli ostacoli. Punta sulle potenzialità dell'individuo, permette di discutere liberamente e di sviluppare momenti di autocoscienza, rispetto reciproco e cooperazione. Questa pratica utilizzata dai paesi anglosassoni, venne ripresa da Maria Montessori, pedagogista, educatrice e medica italiana che nel 1900 utilizzò metodi didattici ed innovativi, incentrati su alunni e alunne.
L'approccio e la metodologia utilizzata, contribuisce a creare un clima accogliente e rilassante durante i laboratori, permette di unire arte e benessere, oltre a generare un'esperienza culturale e sociale ludica. Siamo abituati a pensare che l'istruzione o l'acquisizione di nuove informazioni sia pesante e faticosa ma se fatta nel modo giusto può essere piacevole. Il mio motto è: "Impara divertendoti!"
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